LE CERNIDE VERONESI. COME ERANO ORGANIZZATE ALLA VIGILIA DELLE PASQUE

Di Nicola Cavedini, storico “tradizionalista”.

180617_1824239936433_416979_nA Verona nel marzo 1797, da documenti inoppugnabili, risulta che sia stato attivato per l’ultima volta il sistema delle cernide (come da te correttamente intese). Erano divise in turni settimanali da circa 3000 uomini ciascuna pagati 20 soldi il dì.
>Ecco il documento pubblicato nell’agosto 1880 sulla rivista ARCHIVIO STORICO VERONESE, di O. Perini.

“PIANO PER L’ARMAMENTO DEL TERRITORIO VERONESE (MARZO 1797)
>[183] Saranno giornalmente in azione tre mila uomini di Comuni, distribuiti per Centurie, e serviranno il corso d’una intera settimana, incominciando dalla mattina di Domenica e si dimetteranno immediatamente all’arrivo de’ sostituiti. A questi soldati comuni in azione per ora verrà contribuita la giornaliera paga di soldi 20 per cadauno, non escludendo la [184] generosa volontaria offerta di chiunque servir volesse senza paga.download

Le Centurie, oltre i Caporali, Sergenti, e loro rispettivi capi di Cento, avranno per ogni quattro Centurie due soggetti destinati degli ordini Civico e Territoriale, e due Uffiziali di truppa di Linea, onde vengono nel miglior modo condotti. I soldati comuni saranno forniti di fucile e munizioni, non che d’ogni altra forma che si credesse opportuna.

Nella rassegna da farsi porterà ciascuno le sue armi e munizioni, ed a quelle che non si trovassero opportune, verrà dal pubblico sostituito l’occorrente. Saranno prescelti gli opportuni Comandanti in capite che vegliar dovranno sul Piano Militare ed al buon governo della Truppa destinata alla laudevole impresa suddetta.images

Dal corpo de’ Comunisti della Provincia veronese saranno trascelti ed arruolati tanti de’ più abili a portare l’armi sino al numero di 3oooo, e sarà dovere di ciascheduno individuo arruolato l’esser pronto ad un cenno colla persona, armi e munizioni.PASQUE-VERONESI1

Dalla Truppa di Linea, così d’Infanteria come di Cavalleria verrà prescelto un grosso corpo, che formerà lo Stato Maggiore; e questo prenderà la sua posizione in quei luoghi e punti che saranno creduti i più opportuni. Verranno staccati alcuni minori corpi di Cavalleria che serviranno d’appoggio alli [185] soldati comuni di Cernida e nel caso porteranno, in figura d’Ordinanza, le Superiori Commissioni.maxresdefault

L’Artiglieria sarà assistita da’ rispettivi Artiglieri e dal corpo dei Bombardieri. Il presente Piano provisionale servirà di norma fino ad ulteriori providenze, eccitandosi il zelo de’ figli della Patria a continuar a dar le spiegate luminose prove del loro fermo valore e costante attaccamento così al Paterno Veneto Governo come alla Patria, sicuri d’essere sempre riguardati come degni della più affettuosa e tenera riconoscenza.

 

LEGA DI CAMBRAI: IL DOMINIO VENETO SCOMPARE COME NEVE AL SOLE, MA…IL POPOLO FA LA PROCESSIONE COL LEONE.

Alvise Zorzi in poche frasi concise, descrive quanto successe all’arrivo degli imperiali e dei francesi nella Terraferma veneta: i “cittadini” (ovvero i nobili locali) sperano di riacquistare il potere antico, a scapito degli odiati veneziani, ma il popolo non è con loro e inneggia e si batte per San Marco.Leone_di_San_Marco_a_Verona

“A Bergamo, a Brescia, i legati imperiali erano stati accolti con calore dai nobili, ad eccezione di alcune casate, le nobiltà locali, abituate a spadroneggiare e a litigare fra di loro, mal sopportavano la legalità e l’ordine imposto da Venezia e malissimo la superiorità dell’aristocrazia veneziana.  Nutrivano, insomma, la nostalgia per l’autonomia municipale che sperava, chissà perché, di recuperare grazie al re di Francia.

Di Vicenza aveva preso possesso a nome dell’imperatore un avventuriero, nobile di gran casato e dalle abitudini stravaganti, di nome Trissino, accolto con entusiasmo dalla nobiltà. Anche a Padova era successo e lui si era insediato nel palazzo del Capitanio veneziano.

porta aNuova a Verona, a sinistra furono fucilati gli eroi delle Pasque Veronesi

Porta a Nuova a Verona, a sinistra furono fucilati gli eroi delle Pasque Veronesi

A Verona invece era stata Venezia stessa a consigliare ai maggiorenti la sottomissione per evitare spargimenti di sangue e un assedio. Gli imperiali erano arrivati ma il popolo aveva gridato “Viva San Marco !” in faccia ai nobili ‘marani’ (così erano chiamati) filo imperiali (e già l’appellativo la dice lunga su come la gente comune li vedesse NdR); i popolani di San Zeno avevano raccolto i pezzi di un leone alato e l’avevano portato in processione nel loro borgo dove l’avevano devotamente seppellito.

Anche a Vicenza i nobili che gridavano “Viva l’Impero! ” si erano scontrati violentemente con i popolani di Borgo San Pietro che gridavano “Viva San Marco !” 02_-_Il_Burchiello_-_Canaletto_-_Porta_Portello_Padova

A Padova i popolani di Santa Croce e quelli del Portello si erano opposti ai soldati di Massimiliano. A Treviso dove poi Trissino si preparava a un ingresso trionfale, una sommossa popolare aveva costretto i nobili che lo avevano invitato a nascondersi e la città era rimasta saldamente nelle mani di Venezia”.

Il popolo era dunque appassionatamente marchesco.

San Marco per sempre di Alvise Zorzi

QUANDO I FRANCESI RAPIRONO LA MADONNA… E NE CHIESERO IL RISCATTO.

319544_2407612120373_1223965448_nA leggere delle ruberie della soldataglia francese, agli ordini del generale Bonaparte, non si finisce mai di stupirsi. Così quando scopri che in quel di Verona rapirono la statua di una Madonnina, oggetto di culto popolare, ti chiedi cosa mai potessero insegnare di buono alle nazioni italiane, se non il ladrocinio pubblico, lo sprezzo per il sentimento religioso popolare, l’arrivismo sfrenato (Il futuro ‘empereur’ ne fu un esempio perfetto, accanto al culto del familismo).

Ecco quanto accadde a Verona durante il sacco della città: 36 – Scoronamento della veneratissima immagine della Madonna del Popolo, nella Cattedrale di Verona. Venuti a sapere che irivoluzionari stavano per depredarla del diadema d’oro di cuiera incoronata, uno dei capi della confraternita della Madonna del Popolo decide di sostituirlo e fa fabbricare, nel tempo di una notte, da un pio artigiano, una corona di rame dorato.


Il mattino dopo, quando gli empi si recano a scoronare la Madonna e si avvedono che è di metallo vile, gettano il diadema per terra e decidono di sequestrare la statua, domandando un riscatto altissimo.

Un devoto patrizio si offre allora di sborsare quell’enorme somma, a patto che mai si venga a sapere il suonome. E così avviene.

PADRE FLANGINI VERONESE, fucilato per aver definito i francesi peggio dei cannibali

314787_2407650921343_303791750_nOggi potremmo dire lo stesso dell’Italia che ci governa, col tricolore napoleonico. Il frate morì con un’espressione così felice che pareva andasse a una Festa.  Quella a casa del Signore.

Ritratto del Servo di Dio Padre Luigi Maria da Verona, frate cappuccino, al secolo Domenico Frangini
(Verona, 3 luglio 1725 – ivi, 8 giugno 1797) fucilato dai rivoluzionari francesi e Martire delle Pasque Veronesi.
Medaglia. Verona. Collezione privata. “Udita la sentenza mortale disse ad alta voce: «Deo gratias. Te Deum
laudamus» e venne ricondotto a tarda ora in carcere tutto lieto e brillante di gioia.

Nel giorno 7 subì un ultimointerrogatorio, rimanendo inflessibile. Nella notte precedente alla sua fucilazione, stando in carcere, convertì ungiustiziando che non volea saperne di penitenza, l’oste della Rosa, Agostino Bianchi. Fece il suo piccolo testamento,disponendo delle sue scarpe, volendo andare scalzo al patibolo. La mattina seguente, dicendo a tutti: “Addio,a rivederci in Cielo, speranza e si muoia», s’avviò a piè scalzi […] e confortando fino all’ultimo il suo compagno Bianchi. In mezzo ai militari ed al suono scordato dei tamburi fu condotto nelle fosse fuori di Porta Nova, così ilare che pareva che andasse al trionfo, ed ivi fu moschettato d’anni 72 meno 26 giorni. Era l’8 giugno 1797 ore 10 a.m.”
in Antonio Pighi, Cenni biografici del Padre Luigi Maria da Verona Cappuccino, fucilato dai francesi nel 1797.

Comitato Pasque Veronesi.

 

LE BOCHE DE LEON, COME VENEZIA, ANCHE A VERONA.

Verona sconosciuta – “Le boche de leon”cimg7425

 

In pochi si accorgono della loro esistenza, in fondo sembrano normalissimi bassorilievi.

Il territorio dell’anitica Repubblica di Venezia ne era pieno e, se si fa attenzione, se ne possono trovare ancora molte sparse sui muri delle città. Sono le Bocche di leone per le denunce segrete, dette “Boche de leon”.

Solitamente raffigurano la testa di un leone simbolo della Repubblica di Venezia (da qui il nome) o la faccia di un uomo con un’espressione cattiva, con al posto della bocca una fessura per poter inserire i fogli che contenevano le denunce segrete fatte dai cittadini.

Le denunce erano sì segrete, ma dovevano essere firmate e citare almeno tre testimoni, altrimenti il magistrato era costretto a bruciarle, a meno che il caso denunciato non fosse talmente grave da dover comunque procedere a un’attenta verifica prima di poter procedere.

Introdotte probabilmente nel 1310 dopo un tentativo di colpo di Stato, si diffusero in tutta la Repubblica per poter denunciare ogni genere di reato. Ogni bocca raccoglieva un tipo di denuncia diverso e solo i Capi Sestieri potevano aprirle con le chiavi custodite dai magistrati. Le indagini erano molto scrupolose e i magistrati erano tenuti a giudicare in base a prove concrete e non in base ai sospetti.

A Verona sul Palazzo della Ragione se ne possono vedere ancora due tra le più particolari. Quella posta sul lato in via Dante e collegata al Dacio per Fornelli recita:

DENONCIE SECRETE CONTRO

CONTRABANDIERI DI SEDE

E CHI TENISSE CAVALERI

O FORNELLI

DA TIRAR SEDA SENZA BOLLETA

In quei tempi la seta era monopolio di Stato e le alte tasse ne favorivano il contrabbando [i “cavaleri” sono i bachi da seta mentre i “fornelli” servivano per lavorarli]. Questo reato era considerato talmente grave che si arrivò a istituire la pena di morte per i contravvensori.

La bocca posta sulla facciata di Piazza dei Signori e collegata agli uffici della Camera Fiscale, recita:

DENUNZIE SECRETE

CONTRO USURARJ

E CONTRATI

USURATICI DI

QUALUNQUE SORTE

S.C.

fonte https://unadonnasenzaimportanza.wordpress.com/2012/09/10/le-boche-de-leon-a-verona/

VERONA 25 APRILE 1886: PER IL RITORNO DEL LEONE DI S. MARCO IN PIAZZA ERBE.

Di Alvise Vianello.
10649619_1515586338687175_6001913773525628245_nPer antichissima usanza – forse d’origine romana – sui luoghi di mercato, si sollevano elevare colonne e capitelli, cosi anche Venezia, volle nelle piazze delle città e paesi a lei sottomessi la fiera insegna del Leone di San Marco.

E questa colonna fu voluta dalla città nel 1523: sul capitello sono gli stemmi del doge Gritti, del podestà Marcello, del capitano Tron e della città di Verona.

Nel 1797 il leone venne abbattuto dai giacobini veronesi, nell’euforia rivoluzionaria dei tempi nuovi; l’attuale venne rimesso il 25 aprile, festa di San Marco, del 1886.

Ma ecco come tale ristabilimento venne ricordato dai giornalisti del tempo su « L’Illustrazione popolare» del 30 maggio 1886.

«A Verona, al tempo della caduta della Repubblica Veneta, i giacobini francesi si fecero una gloria d’atterrare con schiamazzi plebei il leone alato della dominante Venezia, leone che sorgeva nella Piazza delle Erbe. In questi giorni Verona pensò bene di riparare allo stupido vandalismo di quei spregevoli padroni di ventiquattro ore, e collocò di nuovo, al suo posto il fiero, il simbolico, il glorioso Leone di San Marco.

La festa si celebrò il 25 aprile e fu bellissima.

Da ogni finestra, da ogni terrazzo, da ogni balcone, pendevano arazzi bianchi, rossi, verdi, gialli, azzurri e palloncini variopinti e dietro agli arazzi s’affollavano elegantissime signore.

E non solo· si vedevano persone sui poggioli, sui terrazzi e alle finestre, ma persino sui granai, sui tetti. »

« A mezzodì, in lontananza echeggiano le trombe.
È la banda cittadina che si avanza, preceduta dai pompieri e seguita dalla rappresentanza municipale e da molte società.
« I pompieri passano, la rappresentanza municipale passa, poi succede un parapiglia indescrivibile.
« Guardie, carabinieri e vigili, vengono respinti dalla folla, e un’onda di popolo irrompe nella piazza mandando urla di trionfo.