APPUNTAMENTO IMPORTANTE DI STORIA VENETA A MONTAGNANA… CON GLI SHULENBURG

ALL’ATTENZIONE DEI PATRIOTI VENETI DI MONTAGNANA E DELLE ZONE VICINE.

Sibyl von der Shulenburg12573094_530985433729281_1383333143761368582_n

Il 30 aprile, ore 15.30, sarò a Este per la presentazione del romanzo “Per Cristo e venezia”. Sarà nel quadro della Fiera delle Parole che, scacciata da Padova, ha trovato la forza di reinventarsi in altre località del nordest. Per me è un’occasione di riproporre la storia veneziana in un contesto importante (anche se limitato al nordest). Mi servirebbe una mano per far venire un po’ di gente all’incontro, gente che ha interesse all’argomento e che magari vuole cogliere l’occasione per dire qualcosa. Purtroppo in contemporanea, in altra location della città, ci sarà la presentazione del libro di Andrea Vitali… questo libro racconta un pezzo di storia dimenticata anche da specialisti che hanno fama nazionale.

Non m’importa la vendita dei libri a Este ma che la gente venga e si parli dell’evento del 1716 (cioè l’assedio di Corfù difeso  dall’antenato della Signora: al Turco che chiedeva la resa il Rettore veneto rispose “Vi manderemo le chiavi della città con le palle dei nostri cannoni N.d.R.) di cui ricorre il centenario.

PER LA PATRIA VENETA, FINO AL SACRIFICIO SUPREMO DELLA VITA: L’ISTRIANO BIAGIO ZULIAN.

390912_2825436005709_326276503_nL’istriano Biagio Zulian dà fuoco alle polveri a la Canea (Candia) quando irrompono i turchi (1645). Quadro a olio di Bartolomeo Giannelli. poco tempo fa furono rinvenuti dei poveri resti tra le macerie, che furono attribuiti al coraggioso Zulian, tra cui le fibbie delle scarpe.

A Venezia, fu posta una lapide in sua memoria che recita così:

Alla memoria

del capitano BIAGIO ZULIAN

da Capodistria

che il XXIV giugno del MDCXLV

durante la guerra di Candia

piuttosto che rendere al turco

il forte di San Todero presso la Canea

diede fuoco alle polveri

seppellendo sotto le rovine

sè i compagni e i nemici

superbo esempio

di fedeltà al dovere e alla patria

fino al sacrificio

Ora viviamo in tempi tristissimi, anche tra i veneti molti di noi lo sono solo come dato di residenza, poco è rimasto della Fede e dell’amore di Patria che animava i nostri Avi, fossero essi nobili veneziani, o semplici popolani i quali si batterono fino all’ultimo giorno, e anche oltre quel fatale 12 maggio 1797, par il Leone marciano. La Memoria e la conoscenza della nostra storia, è la strada maestra per ricomporre la nostra Nazione. Impariamo a diffidare dei capetti arruffapopoli che non parlano mai della nostra Storia.

IL MONUMENTO AL M.LLO SHULENBURG, NELLA PIAZZAFORTE DI CORFU’

di Ecce Leo12782524_10208700305695902_29066572_nAlla base della statua di Sua Ecccellenza il Feld Marschiall J.M.Schulenburg, all’ingresso dell’antica fortezza di Corfù sono riprodotte le armi e gli oggetti in uso alle truppe venete durante la seconda guerra di Morea. in primo piano il fucile Staeinau (Comandante in Capo dell’ In fanteria Veneta fino al 1715) del 1706-
12822093_10208700305375894_382426884_nDal 1715 al 1747, anno della sua morte, il comando generale delle Armate Venete fu nelle mani del Fedelmareschiallo Matthias Johann Von Der Schűlenburg. Nato a Emden (Prussia) nel 1661 fu educato alla scuola ugonotta di Saumur nella tradizione calvinista e orangista delle scienze militari. Schűlenburg iniziò la carriera militare, come capitano nel 1685, contro gli ottomani. Colonnello al servizio olandese nel 1693, nel 1699 passò al servizio sabaudo. Ferito gravemente nella battaglia di Chiari (1701) interruppe il contratto per passare al servizio sassone. Qui si legò all’elettore di Hannover. Considerato un eccellente generale, esordi nel 1715 nell’Esercito Veneto comandando la fortezze di Corfù, ove tuttora esiste una sua statua in una pubblica piazza (vedi foto). Autore di diversi trattati militari, rimase fino alla fine dei suoi giorni terreni, al servizio di “San Marco”, rinnovando ogni tre anni il suo contratto e declinando le varie e vantaggiose offerte fattegli più volte sia dal governo di Vienna che di Berlino.
Sua Eccellenza passò gli ultimi anni della sua vita e di comandante in capo dell’esercito veneziano in Verona. Precisamente in Castelvecchio c’era il quartier generale dove egli aveva in mente di realizzare la scuola militare per ufficiali della Repubblica.

Felt Marescial Schulenburg, al Capitan Giuseppe Gorini. Un eroe all’assedio di Corfù del 1715.

12540660_531819046979253_6000831051828122416_n A volte capita, che nelle ricerche per il 300esimo della vittoria Veneta di Corfù, di imbattersi in scritti rimasti nell’oblio per tutti questi anni… sfogliando un libro in cui pensavo di perdere solo tempo ecco che mi appare all’improvviso il cielo come dopo una tempesta, l’encomio del Felt Marescial Schulemburg, al Capitan Giuseppe Gorini. E allora perché lasciare ancora tutto in una pagina ingiallita di un vecchio e polveroso libro? 

Noi Mattia Giovanni del Sacro Romano Impero Conte di Schulenburg, Felt Marescial, e Generale dell’Armi in Capite, pel la Serenissima Repubblica di Venezia.
Il Capitan Giuseppe Gorini del Reggimento Neuroni, pel tutto il corso dell’assedio, posto dalla Potenza Ottomana a questa Real Piazza, diede tale e tanti saggi del suo valore, dell’esperienza militare , e dell’intrepide condotta, che non possiamo negagli il nostro pieno agradimento , e la laude, ch’egli si è conciliata. Continua a leggere

IL CODEX PEREGRINORUM

Simonetta Dondi dall'Orologio

crociatiVenezia era uno dei porti più importanti d’Europa: qui non solo facevano scalo barche commerciali, confluivano crociati, cavalieri, pellegrini diretti soprattutto a Terrasanta (la posizione strategica della città ha favorito lo sviluppo di queste fluttuazioni). Continua a leggere

LA BATTAGLIA DI LEPANTO. si avvicina l’anniversario… Venezia protagonista.

dal sito http://www.Lepanto1571.gr/it

BattleLa Battaglia di Lepanto costituì un punto cardine per lo svolgimento delle future battaglie navali.

Di fondamentale importanza per le forze occidentali fu il contributo militare delle galeazze venete che, secondo i resoconti, riuscirono ad affondare circa 70 navi ottomane; tanto è vero che giunti al mezzogiorno la prima linea (avanguardia) della flotta occidentale non aveva ancora effettuato manovre rispetto alla posizione di partenza. Continua a leggere