La Cultura veneziana

Non ci rendiamo conto, ancora, che Venezia fin dal XIV secolo contava con il maggior indice d’istruzione a livello europeo.

Una città dove la fonte d’ingresso era fondamentalmente il commercio, doveva alla forza avere un’ alfabetizzazione molto elevata e impartita in tutti i ceti sociali.

Venezia città complessa, articolata alla cui organizzazione e prosperità concorrevano i più diversi mestieri, professioni e attività, la scrittura e la contabilità sono totalmente indispensabili.

Nel 1345 il colto Doge Andrea Dandolo già aveva burocratizzato lo Stato veneto quando il resto d’Europa incomincia a partire del XV secolo (sicuramente imitando Venezia).

Il Liber Albus e il Liber Blancus sono diplomatari contenenti gli atti relativi ai rapporti tra la Serenissima e gli Stati d’Oriente e d’Occidente.

Anteriormente abbiamo i Pacta ovvero gli atti di Diritto Internazionale.

I Commemoriali dove si trascrivono gli atti di maggior rilievo della città.

Qui ci rendiamo conto che Venezia attraverso la registrazione e la documentazione aveva bisogno di un costante rapporto fra cittadini e Stato rendendo sempre più necessario l’uso dello scritto.

I patrizi potevano accedere a prontuari di rapida consulta per partecipare efficacemente alla vita politica ed alle votazioni.

Tutto questo solo si poteva ottenere con un numero adeguato di scuole: i numerosi insegnanti venivano assunti dai privati (al contrario della terraferma che venivano assunti attraverso d’istituzioni pubbliche).

Oggi in pieno XXI secolo facciamo esattamente il contrario, bombardati dai mass-media che annichilano il nostro intelletto e perdiamo ogni classe d’informazione utile al benessere di uno Stato.

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