INCORONAZIONE DI BONAPARTE IMPERATORE. IMMAGINE IMPIETOSA DI UN TIRANNO.

422487_3525296261778_568028212_nNon c’è immagine più impietosa di questa, secondo me. dopo aver fatto la sua fortuna decantando le virtù della repubblica giacobina, l’eguaglianza e tutto il resto, ecco quest’uomo dall’ego smisurato cercare la sacralizzazione della sua figura, fondando un nuovo regno, imitando con la pacchianeria del parvenu, la pompa della corte da lui distrutta.
The coronation of Emperor Napoleon I Bonaparte. Oil on canvas (1806-1807) – 621 x 979 cm Detail: Napoleon’s brothers and sisters (from l.to.r): Joseph,Louis,Caroline Murat,Pauline Borghese; Hortense Beauharnais; background: Generals Duroc and Junot.
Louvre, Departement des Peintures, Paris, France David,Jacques Louis

LA STORIA PIU’ ANTICA DEL VESSILLO MARCIANO.

Vi metto un breve sunto tratto da un saggio di Aldo Zigiotto sull’argomento.

fig. 1 la più antica raffigurazione marciana

fig. 1 la più antica raffigurazione marciana

Una cronaca già cita il vessillo con San Marco nel 1177, issato, in triplice copia, davanti alla Basilica e un’altra parla
chiaramente di otto bandiere sulle quali compariva il santo (ancora in forma umana). Infatti, nelle bolle usate dai Dogi, la più antica delle quali è quella del Doge Pietro Polani (1130-1148), San Marco fu rappresentato sempre in figura umana, e in abito patriarcale, nell’atto di presentare il vessillo al Doge. Continua a leggere

IL MEDOACUS

Simonetta Dondi dall'Orologio

medoacusLe popolazioni del Veneto centrale hanno coniato in illo tempore una parola – Brentana – che vuol dire alluvione, riferendosi al nostro Brenta che attraversa il territorio proveniente dal Trentino Alto Adige e scende fino alla Laguna. Continua a leggere

I LUOGHI DELL’ABBANDONO DELLA MEMORIA: LA CHIESA DI SAN LAZZARO, IN VIA SAN MARCO A PADOVA.

Foto di Giovanni Bertoli, testo di Millo Bozzolan

la chiesa oggi,che era in origine la cappella di un lazzaretto per appestati

la chiesa oggi, era in origine la cappella di un lazzaretto per appestati

Il tempo passa inesorabile, nessuno può pretendere di fermarlo, magari nei momenti che più ci sono cari. Mutano i costumi, mutano i luoghi. Ma ciò non significa che dobbiamo seppellire la memoria. La Memoria (con la maiuscola) di un popolo serve allo stesso popolo per costruire il futuro agendo nel presente seguendo le proprie tradizioni. Se dimentichiamo queste, rinneghiamo noi stessi, e saremo privi di una nostra identità. Oggi questo non ce lo possiamo permettere, con una globalizzazione selvaggia,e una immigrazione incontrollata.  Continua a leggere

IL BURCHIELLO NAVIGA, TRA PADOVA E VENEZIA, PORTA CON SE’ UN’UMANITA’ LIETA TRA CUI UN MILITARE.

Millo Bozzolan

12646722_1102216516466915_9040724848869300412_oLuciano Dorella mi ha girato questa meravigliosa immagine (forse del Grevenbroch ?) che mostra il famoso battello che portava passeggeri tra Padova e Venezia. L’imbarcazione credo partisse da Porta Portello, già raffigurata in un quadro del Canaletto.

Mostra un’umanità varia, l’atmosfera è rilassata: nessuno di loro pensava di essere parte, certamente, di una società “decadente” come oggi sottolinea quasi sempre una certa storiografia, quasi a voler fornire pezze di appoggio giustificative alla porcherie e alla prepotenza dell’azione dell’armata “liberatrice” dei francesi, che in realtà mise fine alla nostra libertà, mai più ripristinata.

Il nostro occhio, quello del Dorella e mio, è caduto subito, in quanto studiosi delle uniformi dell’esercito veneto del ‘700, sul militare comodamente sdraiato sul tettuccio del burcio. Ho potuto trovare la descrizione dell’uniforme nel prezioso volume di Francesco Paolo Favaloro a pag. 53, dove si descrive la divisa della fanteria veneta prevista nel deceto del 1744. Ne riporto qualche riga: “L’abito è formato da velada (sopraveste) bianca con fodera turchina  con 16 bottoni di ottone e pettorina all’italiana, con mostre e colletto turchini; camiciola di panno turchino… calze turchine, braghe di panno bianco, e tasco (giberna) rigido con cassa interna in legno. 

Tutto corrisponde in maniera perfetta.

A VENEZIA LA MONIZIONE ERA SEMPRE UNITA ALLA SPERANZA

Simonetta Dondi dall'Orologio

torcello1Il Giudizio Universale che ammiriamo ogni volta che andiamo a visitare la meravigliosa cattedrale dell’Assunta a Torcello, chissà, non tutti sanno che è uno dei più grandi esempi figurativi intorno al secolo XI-XIII (Venezia è stata grande ed importante fin dal principio). Continua a leggere

CASANOVA E IL CONCETTO DELL’AMORE. LA NEGAZIONE DELLA FEMMINILITA’ DELL’ISLAM,

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Millo Bozzolan

Questa notarella non vuole certo fare del Casanova un eroe dell’Occidente. Fu un avventuriero, giustamente condannato  dal governo di allora, in quanto appartenente alla massoneria e non vogliamo auspicare una società senza alcun freno morale. L’ideale sarebbe che le mogli fossero fedeli ai mariti, e viceversa, e che nessuno sentisse certi “stimoli” che rendono necessarie, ad esempio, le professioniste dell’eros. Ma quella è una società utopica, come ben sapeva il pur cristianissimo stato veneto, che quindi tollerava anche il peccato della carne, purché chi vi indulgeva, non facesse “pubblico scandalo”.   Continua a leggere